Perché candidarsi? È una domanda che mi sono posto molte volte. Non molto tempo fa, durante un dibattito con un esponente del sindacato dei taxi, mi sono sentito dire che stavo “abbaiando alla luna”. E in parte, devo ammetterlo, aveva ragione. Combattere contro il sistema delle corporazioni, che soffoca l’economia e limita le possibilità di crescita in questo Paese, può sembrare una battaglia persa in partenza. A volte, la sensazione di trovarsi soli contro un monolite è forte. Ma la verità è che non siamo mai davvero soli. Anche una sola voce, dentro le istituzioni, può fare la differenza, purché ci siano persone fuori pronte a sostenerla, a darle forza e legittimità.
È proprio questo che mi ha spinto a candidarmi.
E ho scelto di farlo non attraverso un listino bloccato, ma chiedendo ai cittadini residenti a Bologna e provincia di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale in queste elezioni regionali dell’Emilia Romagna. È arrivato il momento di dimostrare che i palazzi del potere non sono inaccessibili, non sono impermeabili alla voce di una generazione che dovrà fare i conti con le decisioni prese lì dentro, ogni giorno.
Dentro quei palazzi ci sono ancora persone che pretendono di controllare le nostre vite, le nostre scelte, persino i nostri corpi. E sono gli stessi che, ignorando il peso delle loro azioni, lasciano alle nuove generazioni un fardello di debiti, problemi irrisolti e un futuro incerto.
Non possiamo accettare passivamente che sia così. Non possiamo più permettere che ci venga negato il diritto di decidere per il nostro futuro, per le nostre vite. È il momento di rompere questo meccanismo e dimostrare che le cose si possono fare meglio.
Per questo ho scelto di mettermi in gioco in prima persona, candidandomi come capolista nella lista “Emilia Romagna Futura” a sostegno della candidatura a presidente di Michele DePascale. Credo che l’Emilia Romagna di domani possa essere ancora più libera, ancora più viva, e che abbiamo tutte le carte in regola per guardare davvero una generazione avanti.